La teoria della quadrupedia, come antropologico battesimo della vita Umana.

Se è vero com'è vero che l'uomo non è stato "ideato" per stare in bipedia, (prova eclatante ne è il fatto che il collo piede che è l'articolazione che sta più in basso, dovrebbe essere la più grande, ed il ginocchio e l'anca che rispettivamente stanno più in alto, avrebbero dovuto essere più piccole) ma viveva da quadrupede-quadrumane, è anche vero che l'adattamento alla stazione eretta ha comportato non pochi squilibri.

La bipedia ha alterato, infatti, la normale bioingegneria delle varie articolazioni e, ancor peggio, delle cerniere della colonna lombare e cervicale.

Quest'ultima il cui atteggiamento indifferente è in estensione, è, al contrario, sollecitato costantemente in massima flessione durante tutti i normali movimenti quotidiani: basta pensare a quanti pochi lavori contemplano ( è il caso di dirlo) l'attività in estensione del rachide cervicale, i censori di uccelli, i costruttori di impianti di risalita, alcuni romantici e pochi altri, la stragrande maggioranza dei lavori invece, nobili e non , sarti e chirurghi , banchieri e bancari, orefici e pasticceri, vivono e lavorano a capo flesso e quindi con le faccette articolari della colonna cervicale in costante attrito.

E' chiaro come la cerniera lombare, in questo contesto, gioca un ruolo cardine: la bipedia impone un carico totalmente differente rispetto a quello di un quadrupede, un carico anche da tenere in equilibrio. Tale equilibrio è garantito da lacerti muscolari sempre in contrazione. Ed è ovvio che questa contrazione, grava sulle faccette articolari delle vertebre lombari che sono deputate anche alla sopportazione della continua sollecitazione del peso del tronco.

Si deve aggiungere che sia la colonna lombare che , in special modo quella cervicale, possono avere escursioni articolari pressocchè totali, a differenza della colonna dorsale, che invece può lavorare per modesti movimenti solo di flesso estensione.: intendo dire che la colonna cervicale e quella lombare possono compiere movimenti di flesso estensione, rotazione, laterolateralità e che quindi sono sottoposte a carichi e lavori importanti.

Non ultimo è da dire che soggetti con carico eccessivo, o con minime alterazioni morfologiche,alterano la biomeccanica della cerniera sia in qualità che in quantità di lavoro.

Per logica e per consequenzialità, anche l'articolazione dell'anca e del ginocchio, pagano lo scotto di questa evoluzione. Tali articolazioni che in soggetti giovani presentano i loro condili, lisci, come palle da biliardo, si presentano in età matura, consumati ed erosi. Questo perché la gravità sollecita costantemente le articolazioni “portanti” cioè che portano peso e che ineluttabilmente andranno incontro ad usura costante e progressiva.